Tommaso Palumbo – Psicologo

Sono uno psicologo con 25 anni di esperienza professionale, vivo a Londra dal 1994 e ricevo su appuntamento nella City e ad Hampstead.

Allora, partendo dal mio approccio. I terapisti generalmente si formano seguendo corsi di formazione che rispecchiano il modello operativo del fondatore di quell’approccio. Quindi, ad esempio, vi è chi segue Freud e pratica in modo psicoanalitico o psicodinamico, chi segue Jung e pratica in modo analitico, chi segue Rogers o Berne e pratica in modo umanistico (Person Centred o Gestalt), chi segue Ellis o Beck e pratica in modo cognitivo-comportamentale, etc.

Nonostante le sostanziali differenze che vi sono tra questi approcci nel modo in cui si relazionano con il cliente e cercano di risolvere i suoi problemi, essi hanno tutti qualcosa di fondamentale in comune: è il cliente che si deve adeguare al modello e non il modello che si adegua al cliente.

Quindi il punto non è quale modello funzioni meglio, ma quale modello è piú adatto al particolare problema del cliente. I terapisti che hanno sposato il loro modello sono convinti, in buona fede, che esso possa applicarsi ad una vasta gamma di problemi, ma non è cosí.

Chi, ad esempio, soffre di stress ed ansia, vuole imparare come prevenire, gestire  e superare il proprio stress e la propria ansia, ed in questo caso un approccio analitico risulterebbe sicuramente inutile e probabilmente anche dannoso.

Ecco io non sposo a priori alcun modello ed, invece, procedo cosí: prima uso una o due sessioni per comprendere meglio il tipo del problema del mio cliente e poi scelgo, in tutta libertá, il modello e gli strumenti terapeutici che ritengo siano piú utili nel suo caso specifico.

L'obiettivo non è di far si che il cliente sviluppi una dipendenza dal terapista e dalle  sessioni, bensí di incoraggiare la sua autonomia, aiutandolo a conoscersi meglio ed insegnando come praticamente affrontare e risolvere le cause ed i sintomi del disagio.