Per chi non è mai stato a Londra, o in generale nel Regno Unito, una volta messo piede oltre manica, balzeranno presto all’occhio alcune grandi differenze tra la cultura italiana e quella British.

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Parliamo di piccole e grandi cose, comportamenti che nella quotidianità disegnano i tratti di questa cultura così diversa. Se noi italiani siamo conosciuti nel mondo per la nostra passionalità, il nostro gesticolare e il nostro modo di essere un po’ confusionario a volte, i cugini inglesi sembrano essere esattamente il nostro opposto: ordinati, precisi e dall’aspetto spesso serioso. Ma non sempre i loro codici di comportamento sono facilmente comprensibili e così per evitare fraintendimenti la cosa migliore da fare è conoscere chi abbiamo di fronte…
Ordine

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Caterina Soffici, nel suo libro Italia Yes, Italia no, spiega bene una questione chiave nel comprendere la cultura di oltremanica. Parliamo del rispetto della fila (p112).
Non c’è luogo dove i britannici non farebbero la fila, con la solo esclusione del pub forse, dove comunque, come ci spiega l’antropologa inglese Kate Fox nel volume “Watching the English”, (p.88) per quanto non ci sia un ordine apparente nella fila al bancone, anche qui si tiene tantissimo al rispetto del proprio turno pena passare per “cafoni” o come direbbero qui “rude”.
Dunque a parte il pub, troverete i cugini anglosassoni in fila per qualsiasi cosa, al bar, negli uffici ovviamente, al supermercato e anche alla fermata del bus. C’è chi sostiene che gli inglesi, sarebbero capaci di mettersi in fila anche da soli e forse… è vero. Il mettersi in fila in realtà rispecchia tanto un aspetto di questa cultura che non ama la confusione. Mai.
Scale mobili

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Parlando quindi di ordine e rispetto delle regole, sulle scale mobili delle stazioni in giro per la città ci impiegherete 3 secondi a capire chi è abituato alle regole di questa città e chi invece, è qui magari per turismo. La scala mobile ha un suo codice di comportamento per cui la regola vuole che, se si sosta, ci si debba mettere sul lato destro lasciando il passaggio libero sul lato sinistro per coloro che magari hanno fretta e vogliono camminare mentre la scala mobile è in movimento.
Ahimè sono molti gli italiani che non conoscono questa regola e si ritrovano, inconsapevolmente, a bloccare il passaggio con conseguente occhiataccia dei cugini anglosassoni.
Novità delle ultime settimane in realtà, è la sperimentazione in alcune stazioni, di un nuovo metodo rubato ai giapponesi, che vorrebbe che tutti sostassero su entrambi i lati della scala non permettendo quindi più il passeggio sulle scale. Esperimento che non sembra abbia riscontrato tanto successo tra i british e… non solo.
Educazione/Ipocrisia
Vivendo in Gran Bretagna, ma anche trascorrendo qui qualche giorno, non si può non notare quella che definiremo quasi un’ossessione degli inglesi per la “Politeness”.
Essere gentili ed educati qui infatti si traduce in un infinita serie di sorry e thank you pronunciati per ogni piccola ragione ed in ogni situazione sociale o pubblica. Se qualcuno vi urta per strada, o magari mentre siete in fila al bar o magari vi interrompe mentre parlate o per ogni piccolissima altra ragione, il britannico si rivolgerà a voi e con tono di scuse pronuncerà la famosa parola Sorry. Stesso vale per il thank you. Al bancone del bar o del pub o magari al supermercato nell’atto di pagare la spesa il commesso potrebbe dirvi grazie un infinita serie di volte e, diciamocelo, spesso senza ragione.
Questa quasi compulsiva ostentazione di educazione si traduce anche nel loro modo di salutare e accogliervi. Hey, how are you doing? che in italiano equivale al nostro “come stai”, spesso è solo un modo per salutare qualcuno nel momento dell’incontro ma molto spesso non si aspetta neanche la risposta.
Fa parte di tutta quella serie di costumi inglesi per cui ad essere importante spesso, sembra essere più l’apparenza che la sostanza e che quindi suona spesso ipocrita…
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Il tempo

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Che i cieli di Gran Bretagna non siano graziati dalla luce solare quanto la nostra bella Italia non è un segreto per nessuno, così come molti sanno che qui le condizioni meteo, a causa dei venti dell’isola, cambiano molto velocemente tanto che spesso nello spazio di una sola giornata sembra di poter esperire tutte le quattro stagioni.
Questo è il motivo principale per cui è importante “vestirsi a cipolla”, a strati ma forse questa è anche la ragione per cui l’argomento di conversazione per eccellenza, con un britannico, è il meteo. Che piova o ci sia il sole infatti, se non sapete come iniziare una conversazione, fate un commento sulle attuali condizioni meteorologiche, non sbaglierete.
Pub

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Un altra cosa che molti italiani devono imparare una volta oltre manica è come funzionano i… pub.
Già perché se in Italia siamo abituati al servizio al tavolo, qui nella maggior parte degli English pub dovrete ordinare il cibo al bancone ed aspettare poi che vi venga portato. Una regola questa, che non piace a molti dei nostri turisti ma che è invece molto popolare tra i British.
Unica soluzione possibile è per una volta fingersi British, munirsi di tanta pazienza ed… aspettare. Ad un certo punto vi abituerete.
Saluti

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Noi italiani dal bacio facile e l’insita abitudine al contatto fisico con l’altro, abbiamo sempre un po’ uno shock quando, per la prima volta, ci troviamo con un inglese al momento dei saluti.
Per noi infatti, così come per spagnoli, francesi ed altre culture “più calde”, se si conosce qualcuno (che vuol dire spesso aver visto quel qualcuno anche solo una volta o essere stati appena presentati) nel momento in cui ci troviamo a salutare, naturalmente, ci avviciniamo e tendiamo a dare due baci sulle guance del fortunato altro.
Ma se capita che l”altro” è un inglese, potrebbe facilmente succederci che quello rimanga quasi congelato dal nostro modo rilassato di rompere quella regola non scritta che vuole che non si superino mai certi confini fisici immaginari che il britannico, per sua natura, ha. I cugini di oltre manica infatti, non sono certo famosi per la loro espansività e potrebbero “soffrire” un pochettino il nostro essere fisicamente “invadenti”.
A Londra, a causa della presenza massiccia di immigrati, questo aspetto è molto meno sentito e gli inglesi ormai sanno cosa aspettarsi da noi, per cui, spesso accolgono di buon grado il nostro modo di approcciarci a loro.
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Privacy

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Non c’è niente di più caro ad un britannico che la propria privacy e no, non è solo un luogo comune.
Tra le cose più difficili da fare quando si conosce un autoctono infatti, una volta usato l’argomento del tempo come rompi ghiaccio magari, è capire che domanda porre senza sembrare troppo indiscreti/invadenti/fuori luogo.
Se ad esempio per noi sarebbe naturale chiedere all’”altro” cosa fa nella vita, molti sarebbero quelli che pensano che con questa domanda stiamo in realtà cercando di capire quanto guadagnano. Ci credereste? L’unica soluzione è cercare di arrivare nella maniera più indiretta possibile a scoprire cosa vi sta a cuore. Kate Fox, nello stesso libro sopra menzionato, spiega bene questo aspetto nel capitolo dedicato alla privacy (p.44)
E parlando di privacy e di regole non scritte, un altro scenario in cui a volte non si sa come comportarsi è in metro.
La domanda è, dove guardare? Perché a meno che non abbiate con voi un libro in cui sprofondare la vostra attenzione o un cellulare con cui giocare a volte è difficile capire dove… guardare.
Ma qualsiasi sia la vostra scelta assicuratevi che non sia uno degli altri viaggiatori o magari il giornale che stanno leggendo pena vedere presto “l’Interessato” spazientirsi nel suo sentire violato il suo spazio privato immaginario.
English humour

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Il senso dell’umorismo inglese è una di quelle cose di cui abbiamo spesso sentito parlare in film o libri ma la verità è che esiste ed è una costante nelle conversazioni con un british.
Poi che spesso le loro battute facciano ridere solo loro è un altro discorso ma l’inglese che non sa cosa dire o come cavarsela in un conversazione, per svincolarsi, molto spesso fa ricorso ad una battuta di spirito.
In questo caso vale la regola dell’educazione/ipocrisia: semplicemente, improvvisate una risata e fate finta di aver capito.
Cristina Carducci
The Italian Community