Cinquecentomila italiani a Londra. Ormai lo sappiamo tutti, il fenomeno di emigrazione dallo stivale verso la capitale d’oltremanica sembra inarrestabile. Se ne sono occupati i media, se ne parla ovunque e, per chi vive qui, è impossibile non notare quanti italiani siamo oggi all’ombra del Big Ben. Un boom però che nasconde un pericolo.
Sempre più spesso infatti, succede che di questi italiani in partenza, molti, (troppi?) credono ancora alla favola che vuole Londra accogliere tutti subito; pensano ancora di poter tentare la fortuna, magari senza neanche conoscere l’inglese si avventurano in un percorso che, se impreparati, può riservare brutte sorprese.
Per fortuna però, ci sono realtà che offrono supporto a chi una volta arrivato in città non sa bene come orientarsi. Se ad esempio il Consolato è in prima linea con l’iniziativa Primo Approdo, non passa certo inosservato il progetto Benvenuto a bordo ideato negli incontri di un collettivo molto speciale che si riunisce li dove tutto è cominciato, lì dove la Little Italy, così passata alla storia, ha messo le sue radici. Parliamo della chiesa di St. Peter, istituzione di importanza non solo cattolica, per tutti gli italiani che vivono a Londra. Famosa per accogliere gli italiani in difficoltà, promulgatrice di iniziative culturali e pietra miliare della nostra società oltremanica, la sua missione è iniziata molto tempo fa quando l’emigrazione italiana a Londra cominciava a diventare realtà consolidata…
London Covent Garden 1925 – Photo credits The Casas-Rodríguez Postcard Collection
Era il 1845 quando per volontà di un sacerdote romano San Vincenzo Pallotti, si decise di costruire una chiesa per raccogliere gli emigranti italiani di Londra e, nel 1863, fu inaugurata la “Chiesa di San Pietro per tutte le nazioni”. Progettata da Sir John Miller-Bryson un architetto irlandese che prese a modello la basilica di San Crisogono in Trastevere a Roma è l’unica Chiesa in Inghilterra in questo stile. Per anni luogo di raccolta per fedeli provenienti da tutto il mondo, presto divenne il punto di riferimento per gli italiani che sempre più numerosi si stabilivano in questa zona. Era il diciannovesimo secolo e i giornali dell’epoca cominciavano già a parlare di “orde di italiani” ad occupare la città. La piccola Italia di Londra, inizialmente nota come Saffron Hill, era un quartiere malfamato e di certo non visto di buon occhio dalla società dei tempi, che temeva la presenza di questi venditori ambulanti e suonatori di organetto improvvisamente visti ad invadere le strade di Londra, spesso alla ricerca di elemosina.
Da “La grande emigrazione 1861-1945”, si legge: “Nel marzo del 1820 il Times scriveva che «il pubblico è apparso di recente sommamente importunato dalla comparsa di un numero cospicuo di ragazzi italiani che, con scimmie e topi bianchi, vagano per le strade suscitando la compassione dei più caritatevoli»… A quanto pareva, due uomini italiani condussero perlomeno una ventina di bambini dai paesini vicino a Parma fino a Londra, assoggettandoli a un contratto della durata di quindici mesi, con il preciso scopo di chiedere l’elemosina per la strada.. A ogni ragazzo veniva assegnata una scimmia, un topo o uno scoiattolo, e, alla fine dell’apprendistato, egli poteva tenere l’animale e mettersi in affari per conto proprio..”
Mazzini plaque – Photo Credits Matt Brown
Tra i sempre più numerosi italiani che in questo periodo si stabilirono nell’area, il più illustre è di certo Giuseppe Mazzini che, costretto all’esilio, visse qui per più di trenta anni (fino al 1868) in cui, preoccupato per la situazione dei suoi connazionali, si adoperò per migliorarla. Fondò così la scuola di Hatton Garden dove si insegnavano ai bambini italiani, le basi dell’istruzione e che fu patrocinata anche da Charles Dickens che ben conosceva i luoghi dove aveva ambientato il suo famoso Oliver Twist.
Lasciando questo pezzetto di storia alle nostre spalle, ciò che affascina è il poter ancora oggi vedere ed usufruire di ciò che, in terra straniera, gli italiani sono stati capaci di costruire. Di acqua sotto i ponti infatti ne è passata, ma Londra rimane la città europea preferita da noi italiani e la comunità come quella che si raccoglie intorno a St. Peter Church, la testimonianza di secoli trascorsi in cui si è creato, investito e costruito. Se è vero infatti che ora gli italiani vivono sparsi un po’ ovunque in città, la Little Italy dell’Ottocento è ancora rintracciabile tra le strade di questi quartieri che nascondono gemme preziose legate alle prime attività italiane e che vale la pena scoprire assieme alla storia di un popolo il quale, faticosamente magari, ma ha sempre saputo trovare il suo riscatto.
di Cristina Carducci
per The Italian Community London