L’alimentazione è sempre stata un tema importante su cui si discute da tempo immemore. Le persone sono sempre più interessate a sapere cosa mangiano e sentono la necessità di conoscere, oggi più che mai, le proprietà nutritive e l’origine degli alimenti che scelgono di consumare. Alcuni prodotti assunti in quantità ridotte non procurano danni al corpo umano ma, in caso contrario, nel lungo periodo, possono portare a problematiche sia fisiche che psicosomatiche.
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Negli ultimi anni questo tema è stato sviluppato in modo particolare a livello sociale; fino a qualche anno fa la ricerca del cibo salutare appariva più come una moda che come una reale necessità, ultimamente invece l’attenzione ad una dieta sana pare essere più genuina e finalizzata veramente al benessere fisico.
Il numero di vegetariani, vegani e celiaci è in continuo aumento e, allo stesso modo, le comunità “free from” ( gluten free, wheat free, etc..) sono sempre più rappresentate a livello globale.
Il vegetarianismo ispirato da ragioni etiche, praticato principalmente nelle forme di latto-ovo-vegetarianismo (e nelle sue varianti latto-vegetarianismo e ovo-vegetarianismo) e vegetalismo, ha conosciuto solo negli ultimi decenni una maggiore diffusione , benché abbia origini lontane nel tempo, come riflesso ad un crescente sentimento di maggiore rispetto verso gli animali nei paesi sviluppati.
L’Europa è parte di questo cambiamento sociale e dove c’è un cambiamento esiste un’opportunità e quale città meglio di ogni altra poteva sfruttare questa occasione? Londra ovviamente.
Negli ultimi anni c’è stata una grandissima crescita dell’offerta ristorativa per quanto riguarda l’Healthy Food Londra. Questa specifica fascia di clienti anche grazie all’attività che queste particolari nicchie esercitano attraverso meeting informativi sul mangiare sano, utilizzo dei Social Media e manifestazioni, come ad esempio il World Vegetarian Day o l’International Vegetarian Week.
Insomma, la pratica di escludere la carne , di qualsiasi genere, dalla propria alimentazione é sempre piú diffusa e di conseguenza l’offerta e la qualitá dei prodotti aumenta; é ormai facile trovare prodotti che rispondono alle necessitá dei vegetariani ma che, allo stesso tempo, sono apprezzati anche da coloro che non seguono questo particolare tipo da dieta.
Ciò ha spinto moltissimi ristoranti londinesi a cominciare ad offrire piatti di tipo vegetariano o, ancor più nello specifico, adatti a chi soffre di celiachia, ovvero senza glutine.
La grande maggioranza dei locali ha ormai deciso di intercettare questo tipo di domanda e propone piatti adatti a questo tipo di esigenze e, poiché anche i prezzi risentono di questo grande aumento della richiesta, quest scelta potrebbe generare una buona opportunità di investimento con conseguente sostanziale profitto.
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Ma non è così semplice poter servire piatti senza glutine, è infatti necessaria una certificazione ufficiale che va ottenuta attraverso un processo che attesti il quantitativo di glutine all’interno dei prodotti serviti e la non contaminazione dell’ambiente. Il sistema attualmente in uso richiede che i prodotti gluten free contengano meno di 20 parti per milione di glutine.
Questa certificazione può essere conseguita presso diversi enti, come ad esempio Coeliac UK, ognuno con i suoi criteri, che si prefiggono come obiettivo primario quello di assicurare la sicurezza dei consumatori intolleranti ai prodotti con glutine.
Stefano Potortì
The Italian Community