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Piano immigrazione post Brexit
E’ stato finalmente pubblicato il “libro bianco” sull’immigrazione, che chiarisce le linee guida del governo britannico su quello che sarà il futuro di chi vuole stabilirsi oltremanica. Come anticipato più volte niente sconti per gli europei, i quali, citando le parole della premier May, “non salteranno più la fila”. Il nuovo sistema, ha chiarito il ministro dell’interno Sajid Javid, sarà basato “sulle competenze piuttosto che sulla provenienza”, con l’obiettivo è di portare a 100mila la soglia degli ingressi annui tra lavoratori comunitari ed extracomunitari, nonché creare una distinzione tra lavoratori specializzati e non. Se l’accordo tra GB e UE supererà il voto del Parlamento (previsto per il 14 gennaio), le nuove linee guida verranno applicate dal gennaio 2021.
Più in dettaglio, ecco i punti essenziali:
Fine della libera circolazione
“Tutti dovranno ottenere un permesso se vogliono venire nel Regno Unito per lavorare o studiare“. Gli europei, come dicevamo, verranno equiparati agli extra-UE, con l’introduzione di un sistema di visti basato sulle esigenze effettive, un po’ come quello presente in Australia.
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Lavoratori europei non qualificati
Fino al 2025, secondo le regole previste dal governo May, i cittadini europei che vogliano recarsi nel Regno Unito per svolgere lavori non qualificati (quali, ad esempio, lavapiatti o camerieri) potranno entrare liberamente anche senza avere già un contratto di lavoro e lavorare in Gran Bretagna per un anno al massimo. Se avessero intenzione di rientrare nel Paese dovrebbero aspettare 12 mesi prima di poter richiedere il visto. Si tratta infatti di visti temporanei che non possono essere estesi, né rinnovati o convertiti, né permettono ricongiungimenti familiari. Le uniche deroghe potrebbero essere considerate per il settore agroalimentare, la cui economia si basa in larga parte sulla manodopera estera: i visti risponderebbero dunque alle specifiche necessità interne.
Nessun accesso al sistema di welfare britannico
Coloro che entrano nel nuovo sistema non avranno “diritto di accedere a fondi pubblici, o di stabilirsi”, ha detto Javid.
Immigrazione basata sulle competenze
Il nuovo sistema favorirà invece i lavoratori qualificati. Il governo afferma che la nuova politica “garantirà che il Regno Unito rimanga un hub per i talenti internazionali provenienti dall’UE come dal resto del mondo“.
Lavoratori qualificati (europei e non)
Il Governo May lo ha dichiarato apertamente di voler puntare su di loro; e proprio per questo motivo non è previsto un tetto massimo d’ingresso. Gli europei però, nelle linee guida della riforma, anche in questa categoria sono stati equiparati agli extracomunitari e pertanto non godranno di alcuna ulteriore agevolazione. Per loro (tra cui ad esempio medici, insegnanti o ingegneri) è previsto un visto di 5 anni; al termine del quinquennio potranno richiedere la residenza permanente o anche (ricorrendone le condizioni) la cittadinanza britannica. Inizialmente, il Governo aveva pensato di indicare, quale presupposto per rientrare entro tale categoria, tra l’altro, una soglia minima di salario annuo di 30mila sterline; su questo sembra però che ci sarà un ripensamento, in quanto un simile importo non è sempre accessibile a molti lavoratori qualificati in settori quali sanità o istruzione, di cui la Gran Bretagna ha estremo bisogno.
Studenti e dottorandi
Ai cittadini comunitari sarà consentito entrare liberamente in Regno Unito per 6 mesi dopo la laurea per cercare lavoro. Ai dottorandi sarà invece concesso un anno.
Cittadini dell’UE già nel Regno Unito
I cittadini dell’Unione europea stabiliti nel Regno Unito che desiderano soggiornare nel paese dovranno registrarsi per il nuovo “Settled Status“. Avranno tempo fino al giugno del 2021 per regolarizzare la propria posizione (purché ci sia un periodo transitorio). In caso di “no deal”, secondo le indicazioni attuali, si avrebbe fino al 31 dicembre 2020.
Turisti provenienti dall’Unione Europea
I visitatori provenienti dall’UE riceveranno un trattamento privilegiato e non gli sarà richiesto di munirsi di un visto prima del viaggio. Il governo intende lasciare che continuino a utilizzare i gate per i passaporti elettronici negli aeroporti per consentire il rapido transito all’ingresso nel Paese. Potrebbe però esserci bisogno di un’autorizzazione preventiva tipo ESTA per gli Stati Uniti.
Tempistica
Il Governo ha dichiarato di voler implementare le nuove regole del White Paper a partire dalla fine del periodo di transizione, che è attualmente fissato nel Gennaio 2021. Lo schema per richiedere i visti sarà aperto in anticipo, a partire dall’autunno 2020, per consentire ai potenziali migranti di candidarsi in tempo utile. Se però non venisse ratificato l’Accordo di Recesso dal Parlamento britannico, il sistema potrebbe essere operativo già nell’Aprile 2019, data in cui il Regno Unito sarebbe fuori dall’Unione (in caso appunto di “no deal”).
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Manuela Travaglini
The Italian Community