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Permanent Residence o Settled Status?
Molti, tra i cittadini europei che vivono nel Regno Unito vorrebbero risolvere il clima di incertezza che purtroppo ancora caratterizza i negoziati e quindi la loro posizione, e si chiedono se sia preferibile, avendone i requisiti, richiedere la permanent residence, o aspettare che entri a regime la procedura per il settled status. Soprattutto, vorrebbero capire che differenze ci sono tra i due istituti.
NOTA: L’ARGOMENTO BREXIT È IN CONTINUA EVOLUZIONE, PER QUESTO AGGIORNEREMO L’ARTICOLO APPENA AVREMO NUOVE INFORMAZIONI DISPONIBILI.
AGGIORNAMENTO 22-01-2019: ULTIME NOTIZIE SUI SOGGETTI CHE SI POSSONO REGISTRARE AL SETTLED STATUS E SUI COSTI DI REGISTRAZIONE.
AGGIORNAMENTO 16-05-2019: AGGIORNAMENTO DELL’HOME OFFICE SULL’EU SETTLEMENT SCHEME PER I CITTADINI EUROPEI RESIDENTI NEL REGNO UNITO.
Nonostante se ne parli continuamente, ricordiamo che al momento la Brexit ancora non esiste, e nulla è cambiato per i cittadini europei:possiamo ancora tutti circolare liberamente, vivere o lavorare nei Paesi dell’Unione, Inghilterra inclusa; è questo un diritto che deriva direttamente dai Trattati Europe i e non necessita di una conferma britannica.
Questo significa che, fino a quando in Regno Unito si applicheranno le regole dell’Unione Europea – e cioè fino almeno al Brexit Day del 29 marzo 2019, non sarà necessario per i cittadini dell’UE richiedere alcun certificato per vedersi riconosciuto il diritto di residenza in Inghilterra o nel Resto della Gran Bretagna: fino a tale data sarà possibile non solo entrare ed uscire liberamente dal Paese, ma anche lavorare, viaggiare usando la propria carta d’identità, affittare un’abitazione senza dimostrare di avere un visto di soggiorno, e così via.
I cittadini europei che risiedono legalmente nel Regno Unito da almeno 5 anni, e possono dimostrare di avere qui esercitato i diritti di libera circolazione e stabilimento derivanti dai Trattati (cioè risiedono in Gran Bretagna quali lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti, persone in cerca di occupazione, studenti o persone finanziariamente autosufficienti), possono comunque richiedere la permanent residence card. Questo documento, lo ricordiamo, conferma i nostri diritti, non li conferisce: tant’è che se la nostra domanda fosse rigettata (anche per un semplice errore procedurale) questo non comporterebbe alcuna conseguenza, e potremmo ripresentarla anche immediatamente.
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Ecco i link utili:
Come prepararsi all’uscita del Regno Unito della UE?
Una volta che il Regno Unito lascia l’Unione, la permanent residence, proprio perché rilasciata sulla base delle norme europee (non più immediatamente applicabili in suolo britannico) diventerà obsoleta. Questo però non significa che di colpo non avrà più valore, o che è quindi inutile richiederla, ed anzi, chi ha già questo certificato potrebbe anche essere avvantaggiato in un momento immediatamente successivo, per i seguenti motivi:
- chi è già in possesso della permanent residence non dovrà rifare tutto da capo ma potrà invece procedere a convalidare la propria posizione, e dunque “trasformare” la permanent residence in settled status attraverso una procedura veloce e semplificata – e soprattutto gratuita (si saranno però già pagate 65 sterline per richiedere la permanent residence) gestita integralmente online;
- e’ vero che dopo il Brexit Day bisognerà convertire la PR in settled status, ma per farlo, secondo le indicazioni governative, si avrà fino alla fine del periodo transitorio, 31 dicembre 2020, e dunque si avrà un po’ di tempo in cui poter comunque dimostrare la propria legittimità a risiedere nel Paese attraverso la PR, soprattutto sotto un profilo pratico (usarla quale documentazione da includere per una richiesta di lavoro, di alloggio, etc. e cosi’ dimostrare la propria residenza legittima);
- Il settled status e’ appena stato testato attraverso un progetto pilota in due fasi, che ha interessato specifiche categorie di cittadini risiedenti in determinate aree geografiche: non è però ancora disponibile per la maggioranza degli europei, e dunque al momento non è possibile richiederlo: per farlo bisognerà aspettare che venga implementato a regime – non esiste ancora una data, dovrebbe essere accessibile a tutti dal 30 marzo 2019, forse anche un po’ prima;
- Il rigetto della domanda di permanent residence, come dicevamo, non ha alcuna conseguenza, mentre il diniego di settled status potrebbe portare, in ipotesi estreme, anche ad un ordine di deportazione – perché sarà un vero e proprio permesso di soggiorno e dunque in sua assenza si risiederebbe in Regno Unito in contrasto con le regole sull’immigrazione; presumibilmente, la conversione della PR in settled status dovrebbe sollevarci da tali rischi ed avvenire in modo quasi automatico e senza sorprese;
- soprattutto, al momento la permanent residence è un requisito necessario per poi procedere alla richiesta di cittadinanza britannica (e relativo passaporto). E’ dunque ad oggi una certificazione indispensabile se si intende avviare la richiesta di naturalizzazione – ricordiamo che la richiesta di cittadinanza britannica non comporta la rinuncia a quella italiana.
A prescindere dall’esito dei negoziati tra Unione Europea e Regno Unito, il governo britannico continua a rassicurare che verranno comunque fatti salvi i diritti dei cittadini europei entrati nel Paese prima del 29 marzo 2019. Tali diritti dovrebbero perdurare per tutto il cosiddetto periodo di implementazione, cioè fino al 31 dicembre 2020 e si avrà tempo per richiedere il settled status fino a giugno 2021. Appare però opportuno ricordare che, anche a non voler dubitare di tali rassicurazioni (che potrebbero comunque subire modifiche in conseguenza dell’esito dei negoziati), le leggi sull’immigrazione riguardano una materia regolamentata internamente da ciascuno Stato, che in questo è sovrano: pertanto, mentre le libertà di circolazione e stabilimento nei Paesi dell’Unione sono garantite oggi dal diritto comunitario, una volta che la Gran Bretagna avrà abbandonato l’Unione potrebbero subire modifiche unilaterali anche rilevanti.
Permanent Residence o Settled Status? Conclusioni finali
Per concludere, la scelta tra richiedere o meno la permanent residence o aspettare il settled status dipenderà in generale e soprattutto dalla propria situazione personale: se non si temono modifiche rilevanti del nostro status (quali ad esempio delle assenze prolungate dal Paese), o se non si ha intenzione di chiedere la cittadinanza britannica, si può anche decidere di non fare alcuna domanda ed attendere l’esito degli eventi. Anche perché sotto un profilo pratico la richiesta di settled status la si potrà fare tramite una App dal proprio telefonino (per il momento solo Android) mentre la richiesta di PR è un po’ più lunga ed articolata.
Se però si è già in possesso dei requisiti previsti dalla disciplina attualmente in corso, e soprattutto si sta considerando di voler richiedere la cittadinanza britannica, allora il consiglio è di avviare le pratiche di richiesta di permanent residence quanto prima. Perché è vero, presto la permanent residence perderà molto del suo valore, ma al momento è l’unico modo per dimostrare la nostra permanenza legittima nel territorio. E magari ottenere anche il passaporto britannico prima del Brexit Day.
Aggiornamento 22-01-2019
La novità di maggior rilievo, con riferimento al settled status, è che dal 21 gennaio i cittadini europei in possesso di passaporto (chi ha solo la carta d’identità dovrà aspettare il 30 marzo) potranno aderire al progetto pilota che, in anticipo sulla data di implementazione ufficiale, consente di registrarsi – su base volontaria – per ottenere il nuovo status di cittadino stabilito.
Il governo May ha anche aderito alle numerose richieste avanzate dai rappresentanti dei movimenti a tutela dei cittadini europei in Regno Unito e con un comunicato reso noto lo stesso 21 gennaio ha cancellato il previsto costo di 65 sterline e reso la registrazione gratuita.
In sintesi, per registrarsi bisognerà confermare 3 cose: la propria residenza nel paese, la propria identità e l’assenza di condanne penali rilevanti – anche relative a giurisdizioni estere.
La registrazione avverrà online tramite tablets, pc o smartphone. La App al momento è disponibile unicamente su dispositivi Android (ma l’Home Office ripete di essere in contatto con Apple perche’ consenta l’accesso anche dai loro dispositivi).
Infine, se la registrazione avrà esito positivo, ricordiamo che il settled status non prevede l’emissione di un supporto fisico ma solo la conferma di uno status digitale (dunque più simile ad un codice identificativo che ad una carta d’identità).
Aggiornamento 16-05-2019
Alleghiamo un PDF con l’ultimo aggiornamento delll’HOME OFFICE sull’ EU Settlement Scheme per i cittadini europei residenti nel Regno Unito.
Documento inviatoci dalla Segreteria Coordinamento BREXIT – Ambasciata d’Italia – Londra.
Clicca qui per leggere o scaricare il documento.
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Manuela Travaglini
The Italian Community